Metaverso o Metanulla?

Metaverso o Metanulla?

Metaverso o Metanulla? Il termine Metaverso è diventato sempre più popolare negli ultimi anni grazie all’aumento dell’interesse per la realtà virtuale, la realtà aumentata e i mondi virtuali, anche se il Metaverso va molto oltre questi concetti. Si riferisce infatti a un universo virtuale tridimensionale che è condiviso da molte persone e che può essere accessibile attraverso diversi dispositivi.

Per molti anni, i mondi virtuali hanno avuto un’immagine negativa a causa della loro associazione con i videogiochi e la cultura dei nerd. In realtà, rappresenta una nuova forma di comunicazione e di interazione con gli altri.

Il Metaverso rappresenta infatti un’esperienza immersiva e interattiva. In un metaverso, gli utenti possono creare il proprio avatar, ovvero una rappresentazione virtuale di sé stessi, e possono esplorare il mondo virtuale insieme ad altri utenti. Possono interagire con oggetti virtuali, acquistare beni virtuali e partecipare a eventi virtuali, come concerti o conferenze.

Il potenziale del Metaverso è enorme. Può essere utilizzato per scopi educativi e formativi, per scopi commerciali (virtual stores), per la creazione di spazi sociali virtuali in cui gli utenti possono interagire tra loro e partecipare a eventi, concerti, manifestazioni, fiere.

In sintesi, il Metaverso rappresenta un nuovo e affascinante fronte nell’evoluzione della tecnologia blockchain e della rappresentazione immersiva 3D, che cambierà il modo in cui viviamo e lavoriamo in modo significativo nel prossimo futuro.

Ma per capire più in profondità queste potenzialità occorre guardare oltre le sue applicazioni commerciali e considerare anche le sue implicazioni sociali e culturali. Il Metaverso può creare nuove opportunità di inclusione sociale, fornendo un ambiente virtuale in cui le persone possono interagire senza le barriere fisiche e sociali che spesso esistono nella vita reale.

Per le aziende, il Metaverso rappresenta anche una grande opportunità di sviluppo di nuovi prodotti e servizi per i consumatori. Le aziende possono utilizzare il Metaverso per creare esperienze di acquisto immersive e coinvolgenti, migliorare l’interazione con i clienti e creare nuovi modelli di business.

Con la regolamentazione adeguata e l’attenzione ai suoi impatti sociali e culturali, il Metaverso può diventare una nuova frontiera di innovazione tecnologica con benefici significativi per la società e l’economia.

Detrattori? Moltissimi!

In parte ciò si spiega con la Curva di Adozione delle Nuove Tecnologie di Gartner (Gartner Hype Cycle): una rappresentazione grafica del ciclo di vita delle tecnologie emergenti, che mostra il loro livello di adozione e l’attenzione che ricevono da parte dei media e del pubblico.

Dopo la prima fase di introduzione della nuova tecnologia (Technology Trigger), in cui solitamente scatta l’attenzione dei media e dei primi sostenitori, si sviluppa velocemente un picco di aspettative esagerate (Peak of Inflated Expectations) in cui la tecnologia raggiunge il massimo dell’attenzione pubblica e dei media, accompagnata da scettiscismo e critiche. Ne consegue una sorta di tuffo in basso di interesse e attenzione, quando si capisce che le “magnifiche sorti progressive” della nuova tecnologia abbisognano di ancora molto lavoro per diventare concretamente usufruibili (Trough of Disillusionment). In questa fase spesso i media si interessano a qualcos’altro di nuovo, e nel nostro caso direi che è l’intelligenza artificiale, CHAT GPT, Open AI e affini ad aver catalizzato in parte l’interesse di molti.

Per fortuna piano piano la nuova tecnologia inizia a dimostrare il suo vero potenziale e a essere adottata da un pubblico più ampio, superando le critiche e le delusioni del passato, in una sorta di ascesa di considerazione (Slope of Enlightenment) per raggiungere una sorta di maturità, accompagnata da una più vasta adozione e costanza di risultati (Plateau of Productivity). La fase di delusione è il punto di maggior criticità: le tecnologie che la superano posso raggiungere il successo, come sono certo sarà per il Metaverso.

Gartner Hype Cycle

In questa fase di relativa disillusione di alcuni, i detrattori (alcuni di questi sono docenti di cui sono estimatore, ad esempio Marco Camisani Calzolari) pongono l’attenzione sul fatto che i presupposti del Metaverso sono stati traditi, oppure sono irrealizzabili. Quali sono questi presupposti?

  • L’unicità del Metaverso, i mondi virtuali devono appartenere ad una rete globale accessibile.
  • L’universalità del Metaverso: di tutti e per tutti.
  • La decentralizzazione: il Metaverso dev’essere un bene comune e diffuso.
  • La standardizzazione: il Metaverso si basa su tecnologie aperte.
  • La diffusione: non ci devono essere “barriere tecnologiche” dovute ai dispositivi da utilizzare.
  • La relazione: il Metaverso è una rete che deve rendere la comunicazione un fatto universale.

È oggi così? No, non ancora. I detrattori sottolineano la compresenza di più Metaversi con regole diverse (Horizon, Roblox, Spatial, The Sandbox, The Nemesis, Decentraland, Mona, solo per nominarne che una minima parte), la mancanza di sincronia con la vita reale, la non permeabilità di oggetti e spazi fra mondi diversi (ricreare una casa da un metaverso ad un altro può richiedere diverse operazioni di adattamento), la frammentazione in esperienze e tecnologie non uniformi.

Un fallimento? Io sono convinto del contrario.

Spesso le aspettative sono inquinate dalla nostra esperienza. Quando Ford inventò l’auto, molti sostennero che sarebbe stato un flop in quanto il cavallo è più veloce. L’esperienza del cavallo costituiva il limite mentale e psicologico che ostruiva la mente di molti dal poter immaginare il potenziale sviluppo della tecnologia del movimento basata sul motore termico (oggi una normale auto sportiva tiene stabilmente una velocità cinque volte superiore a quella che il cavallo sostiene per poche decine di metri).

Guardiamo l’universo. È fatto di galassie e mondi lontani… o vicini? Sarà possibile passare da una galassia all’altra attraverso le curve temporali, o i buchi neri?

In altre parole, io credo che L’ecosistema attuale fatto di una pluralità di metaversi dovrà confluire non tanto in un Metaverso unico simile alla nostra esperienza terrestre (e del cavallo quindi), ma in uno spazio probabilmente più simile al cosmo, dove sarà possibile saltare da un mondo all’altro attraverso gate e portali, dove il concetto di spazio-tempo non sarà esattamente quello del globo terracqueo di nostra conoscenza (mentre scrivo vengo informato di nuovi accordi per la standardizzazione delle tecnologie legate allo sviluppo delle tecnologie immersive).

Sarà così possibile sviluppare un Metaverso che al gioco, al divertimento, al primo inebriamento della novità venga sostituito un luogo dove incontrarsi, fare riunioni, vedere il proprio medico a distanza e controllare assieme i parametri vitali, dove le aziende potranno mostrare i propri prodotti nella loro dinamicità anche a chi abita a molte migliaia di km di distanza, dove far provare ai propri operai i luoghi di lavoro prima di costruire il nuovo capannone (e modificarlo se necessario), dove invitare gli utenti  a superare un ponte virtuale prima di realizzarlo concretamente.

Dunque, Metaverso o Metanulla? C’è ancora molto da costruire, ma tenendo saldi i presupposti di cui sopra, il risultato è – forse con molto lavoro e molta dedizione – raggiungibile.